Compresse – Boswellia composta – Nonna Ortica

18,00 

60 compresse

Descrizione

BOSWELLIA COMPOSTA

da estratto secco tradizionale
Le malattie a carico dell’apparato osteo-articolare

Le malattie reumatiche sono tra le più frequenti cause d’invalidità momentanea e progressiva dell’era moderna, tra loro si distinguono due grandi categorie: quelle dovute ad affezioni infiammatorie articolari e quelle dovute a processi degenerativi delle stesse affezioni.

Tra le affezioni infiammatorie si ricorda il reumatismo articolare acuto (febbri reumatiche), l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, la sclerodermia (fibrosi cutanea estesa agli organi interni), l’artrite psoriasica (artrite reumatoide associata a psoriasi).

Tra le malattie degenerative articolari, la coxartrosi, la gonatrosi, la spondilartrosi.

I trattamenti naturali tradizionalmente utilizzati si suddividono in due grandi categorie:

  • ad attività antinfiammatoria
  • ad attività analgesica

Spesso non è possibile differenziare completamente le due attività, poiché in entrambe le situazioni è richiesto l’impiego di sostanze che agiscano su uno strato biochimico parzialmente comune.

Quanto sopra evidenziato riguarda un approccio alle patologie prettamente moderno, ma già gli antichi avevano offerto una loro interpretazione sulle cause delle malattie reumatiche e sulle eventuali modalità per contrastarle.

Già solo l’etimologia della parola richiama il concetto di “rheuma” ovvero la Flemma che, se prodotta all’interno dell’organismo in giusta e “sana” quantità e qualità è indispensabile per la funzionalità del medesimo, ma che se degenera e si “perversa”l’organismo stesso “allontana” dagli organi vitali (fegato, reni, ecc)per non nuocergli in modo compromettente (ricordiamo che la Flemma se “perversa” diminuisce il “calore” trasformativo e quindi i processi vitali: con la vecchiaia si spegne il calore vitale!).

Le zone più “lontane” dove viene concentrata la Flemma sono i distretti periferici (articolazioni e apparato cutaneo) che, secondo le varie concomitanze degli aspetti costituzionali prevalenti, manifesteranno patologie differenti.

Boswellia:
La resina estratta alla boswellia(pianta appartenente alla famiglia delle Burseraceae) contiene triterpeni e acidi boswellici.

Usata in Medicina Ayurvedica, inibisce i leucotrieni coinvolti in manifestazioni infiammatori quali artriti, malattie reumatiche, poliartriti, osteoartriti, morbo di chron, e nelle dermatiti.

La potente attività antinfiammatoria della Boswellia è stata clinicamente dimostrata, in particolare nell’artrite reumatoide, e si esplica fondamentalmente attraverso due meccanismi d’azione:

inibizione della 5-lipossigenasi: gli ac.boswellici inibiscono selettivamente la 5-lipossigenasi bloccando così la sintesi dei leucotrieni, mediatori chimici del processo flogistico in diverse patologie infiammatorie.Non agendo sulla sintesi delle prostaglandine, catalizzata dalle ciclossigenasi, non presenta gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei salicilati.Il risultato consiste nella riduzione del gonfiore e del dolore, nel miglioramento delle capacità motorie, compromesse soprattutto di mattino.

Inibizione della migrazione leucocitaria e dell’elastasi: gli ac. Boswellici si sono dimostrati capaci di bloccare la migrazione dei leucociti polimorfonucleati, grazie all’inibizione del rilascio o della produzione di alcuni fattori chemotattici in grado di richiamarli verso il luogo dell’infiammazione.I polimorfonucleati agiscono localmente liberando elastasi, enzima proteolitico responsabile della distruzione del collagene e quindi dei tessuti coinvolti nel processo infiammatorio: anche l’attività stessa dell’elastasi e di altre idroglicolasi risultano inibite dagli acidi boswellici, prevenendo così la degenerazione articolare.

E’ come sempre interessante evidenziare che l’azione dell’estratto secco(fitocomplesso) risulta più efficace della somministrazione dei singoli principi attivi.

L’effetto della Boswellia è paragonabile a quello dei sali d’oro, di cui non possiede gli effetti collaterali.

A differenza degli infiammatori classici (FANS) e dei corticosteroidei, non induce segni di intolleranza gastrica e manifesta anzi un’attività protettiva nei confronti dell’ulcera da alcol e da farmaci gastrolesivi.

Artiglio del diavolo:
Secondo un approccio moderno la fitoterapia può essere considerata razionale, quando si possono applicare i criteri della ricerca scientifica: il metodo sperimentale e la ripetibilità dell’esperimento.

Dell’artiglio del diavolo si conoscono i possibili principi attivi e l’esatta concentrazione dei principi ritenuti responsabili dell’attività terapeutica.

Con questa pianta è dunque possibile svolgere una sperimentazione fitofarmacologica razionale poiché è possibile ricercare una correlazione dose/effetto e l’esperimento può essere ripetuto da più ricercatori indipendentemente tra i loro e i risultati saranno esattamente confrontabili.

Per questa pianta esistono, dunque, un gran numero di studi controllati e randomizzati contro placebo che dimostrano inequivocabilmente la loro attività contro le affezioni croniche ed il dolore a loro associato.

La composizione chimica e costituita da glucosidi monoterpetici della serie degli iridoidi di cui il costituente principale è l’arpagoside.

L’harpagophitum si è dimostrato efficace nel ridurre significatamene gli stati infiammatori, associando un’attività antidolorifica e antispasmodica, senza causare effetti collaterali come ampiamente documentato dal dipartimento di Biologia Farmaceutica dell’Università di Heidelberg.

Un’analisi accurata (considerando solo studi clinici fatti con metodica assolutamente rigorosa) fatta nel settembre 2004 ha valutato l’efficacia e la tollerabilità della pianta nel paziente artroreumatico

Elicriso:
L’elicriso è una pianta aromatica della tradizione fitoterapia europea nota principalmente per le sue proprietà diuretiche e coleretiche.

E’ una pianta caratterizzata dall’inequivocabile odore dovuto all’essenza solforosa contenuta principalmente nei capolini gialli.

A questi si devono le principali proprietà della droga.

In medicina popolare veniva usato principalmente per contrastare le dispepsie, per problematiche a carico del distretto fegato-cestifellea, soprattutto se accompagnate da crampi.

Noti sono anche gli effetti sull’apparato respiratorio in quanto bechico e sedativo.

Utile per sedare la tosse, in particolare la pertosse o in caso di asma, favorisce l’eliminazione del catarro bronchiale e calma le infiammazioni allergiche della mucosa nasale.

I principali elementi attivi sono l’o/e, tannini, flavonoidi, acido caffeico e clorogenico.Responsabile del colore giallo brillante è un calcone molto stabile, l’iso-salipurposide, mentre il suo sapore amaro è dovuto a lattoni sesquiterpenici tipici delle Compositae.

Dallo studio del fitocomlesso risulta che l’elicriso è in grado di esercitare una serie di azioni in vari distretti dell’organismo che possono essere riassunti in un effetto sinergico teso principalmente a drenare, disintossicare e riequilibrare il sistema epatico, respiratorio e della cute.

E’ stato inoltre annotata una spiccata azione antiallergica attribuita alla presenza di composti stralici e triterpenici, per i quali s’ipotizza un meccanismo cortisono-simile con effetto antinfiammatorio, antiemigeno, vasocostrittore.

Azione complessiva:
La boswellia composta si dimostra particolarmente interessante, oltre che per la sua scontata capacità d’azione comprovata dall’efficacia delle sue singole componenti, perche soddisfa criteri di validità sia per una visione Moderna della Fitoterapia che per una visione Antica.

Difatti, come biochimicamente risponde alle necessità d’intervento sugli stati infiammatori articolari ottemperati dalla Medicina sintomatica di oggi, in ugual modo soddisfa i criteri forse meno “razionali” ma sicuramente più intuitivi della medicina di un tempo.

E’ particolarmente esplicativo osservare come l’azione sugli stati di flogosi avvenga sia a livello articolare ,sia a livello dell’apparato respiratorio che cutaneo.

Questo per avvallare l’interpretazione degli antichi sul concetto di correlazione tra Flemma e dolori articolari(vedi note introduttive).

In uguale misura sono anche interessanti e “paragonabili” le osservazioni moderne sulla degenerazione degli stati infiammatori causa di patologie a carico dell’apparato motorio (vedi note introduttive).

Associazioni:

  • Dolore articolare acuto: mg acer campestre
  • Dolore giovanile: mg abies pectinata
  • Dolore artrosico: mg pinus montana, mg ampelopsis( in particolar modo se manifestato a livello delle mani).
  • Trattamenti esterni: massaggi lievi sulla zona interessata con oleolito d’arnica (con eventuali aggiunte di o/e di cannella, canfora, ecc).
  • Dolori epidermici associati a manifestazioni di psoriasi.

Tenere sempre sotto controllo le funzionalità digestive con eventuali correzioni sul regime alimentare(considerando in particolar modo il periodo stagionale e climatico in cui si manifesta lo stato infiammatorio), e un buon drenaggio epatico –renale.

Dosaggio e durata della somministrazione:

In stati acuti 2 cpr dopo i pasti principali fino ai primi miglioramenti, per poi continuare per una decina di giorni con 1 cpr ai pasti.
Nei soggetti con lieve stato di flogosi 2-3 cpr al dì.

Controindicazioni:
Non somministrare in età infantile, in gravidanza e durante l’allattamento.
Non somministrare in caso di accertata allergia a una delle componenti.

 

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